Scrivere sotto dittatura: il Cile

Il nome di Augusto Pinochet Ugarte è tristemente noto per essere associato, in qualità di generale capo dell'esercito, al golpe militare che in Cile, la mattina dell'undici settembre del 1973, rovesciò il governo di Salvador Allende, eletto democraticamen

Il contesto:

Il nome di Augusto Pinochet Ugarte è tristemente noto per essere associato, in qualità di generale capo dell'esercito, al golpe militare che in Cile, la mattina dell'undici settembre del 1973, rovesciò il governo di Salvador Allende, eletto democraticamente tre anni prima.

Tra il 1973 e il 1990, anno della fine della dittatura, la giunta militare instaurò quella che Pinochet definì la "Nuova Democrazia" con una serie di modifiche legislative (emanazione degli Atti costituzionali nel 1976, abolizione delle vecchie istituzioni ed emanazione di una nuova Costituzione nel 1980) ed economiche (introduzione di politiche economiche di stampo neoliberista).

Inoltre Pinochet adottò una politica di repressione contro gli oppositori per restringere il campo del dissenso: 2.279 le vittime tra morti e scomparsi, 33.221 gli oppositori che subirono il carcere e la tortura, questo il resoconto di 17 anni di dittatura secondo il Rapporto Rettig, stilato nel 1990.

La censura:

In quegli anni, l'arte in ogni sua forma soffrì le rigide maglie della censura: un centinaio di cinematografi furono costretti a chiudere, la musica popolare, l'unica che il regime autorizzasse, venne ripulita da ogni forma di critica o denuncia sociale. La censura governativa si abbatté su qualsiasi opera artistica, su pellicola o su carta, dal contenuto anche lontanamente sociale: gli anni del regime sono stati infatti definiti gli anni del "Blackout culturale" (apagón cultural). Venne inoltre creato un apparato per la pubblica informazione, Dirección Nacional de Comunicación Social, che operò sotto la direzione del regime acuendo la censura.

Letteratura:

La letteratura cilena degli anni del regime dittatoriale seguì due strade ben distinte: da un lato si sviluppò una narrativa che esprimeva la propria libertà attraverso una nuova creatività e che traeva proprio dal clima inquietante e quasi surreale del Cile di quegli anni la propria forza immaginaria (corrente altrimenti nota come "realismo magico", tra i cui esponenti cileni citiamo in particolare Roberto Bolaño); dall'altra una narrativa di denuncia, più esplicita e dal carattere sociale e politico, che spesso privilegiava il romanzo poliziesco (Roberto Ampuero, Ramón Díaz Eterovic).

La dittatura e la violenza irrompono non solo sulle strade di Santiago ma anche nelle pagine dei romanzi del periodo: a scrivere durante il regime sono autori come Ramón Díaz Eterovic, Antonio Skármeta, Jorge Edwards ed Hernán Rivera Letelier. Molti di loro subirono in prima persona la repressione del regime, con l'esilio e, in alcuni casi, il carcere (Luis Sepúlveda, Marcela Serrano, Antonio Skármeta e Max Marambio).

Fonti:

  • Vita e morte del Cile popolare: diario di un sociologo, luglio-settembre 1973, Alain Touraine, traduzione di Gabriella Lapasini, Torino, Einaudi, 1974

  • Le istituzioni autoritarie: politica e società nella Costituzione di Pinochet, a cura di Alberto Cuevas, Roma , Lavoro, 1989

  • Dal Cile: come nasce una controrivoluzione; ottobre 1972-settembre 1973, Saverio Tutino, Milano, Mazzotta, 1974

  • Gli artigli del puma, Patricia Verdugo, prefazione di Italo Moretti, Milano, Sperling & Kupfer, 2006

  • Le strategie del sommerso: economia informale e popolare in Cile durante e dopo il regime militare, Benedetta Calandra, prefazione di Maria Rosaria Stabili, Roma, Lavoro, 2000

  • Il Cile: dalla repubblica liberale al dopo Pinochet (1861-1990), Maria Rosaria Stabili, Firenze, Giunti, 1991

  • Diario dal Cile 1973, 2003, Paolo Hutter, introduzione di Jaime Riera Rehren, Milano, Il saggiatore, 2004

Il generale e il giudice, Luis Sepúlveda, Parma, Guanda, 2003
Il 16 ottobre 1998 il Cile conosce finalmente giustizia: la data è quella dell'arresto dell'ormai ex dittatore, il generale Augusto Pinochet, su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzón. L'accusa è di tortura e genocidio. Da questo evento ha inizio la storia raccontata dallo scrittore cileno, quella della fine dell'incubo del suo popolo.

Ritratto di gruppo con assenza, Luis Sepúlveda, Parma, Guanda, 2010
Una raccolta di racconti che prende il via da un viaggio, quello dell'autore che torna in Cile dopo quattordici lunghi anni di esilio. Sepúlveda torna in patria portando con sé una fotografia che ritrae cinque bambini cileni e che ne immortala il sorriso dolce e ingenuo. Sepúlveda decide quindi di rientrare in patria e di mettersi alla ricerca di quei sorrisi, non soltanto nei volti dei cinque bambini, ma in quelli di un intero popolo che è appena uscito da uno dei periodi più bui della storia del paese.

Luis Sepúlveda (Ovalle, 1949) inizia da giovanissimo la sua carriera di scrittore, pubblicando all'età di vent'anni "Cronache di Pietro Nessuno" che gli vale il Premio Casa de Las Américas e altrettanto presto ha inizio la sua militanza politica: dall'iscrizione alla Gioventù comunista, all'adesione al partito socialista, fino alla nomina a membro della guardia personale di Salvador Allende. A seguito del colpo di stato del 1973, lo scrittore viene arrestato, torturato e costretto all'esilio: trascorre quattordici anni viaggiando tra Europa e America Latina. La dittatura vissuta dal Cile gli ha ispirato molti racconti: citiamo in particolare "Incontro d'amore in un paese in guerra", "Una sporca storia", "Il generale e il giudice".

Stella distante, Roberto Bolaño, Palermo, Sellerio, 1999
Chi sia veramente Carlos Wieder è un mistero e un enigma che il narratore, alter ego dell'autore, cerca di risolvere: ripercorrendone le vicende e gli spostamenti, confrontando ricordi e testimonianze, tenta di delineare la figura di quello che prima del golpe di Pinochet del 1973 era semplicemente un timido studente con cui l'autore aveva frequentato un seminario di poesia nella capitale cilena.

Roberto Bolaño (Santiago del Cile, 1953 – Barcellona, 2003) trascorre l'infanzia e la giovinezza seguendo i genitori nei loro spostamenti tra Los Angeles, Valparaíso, Quilpué, Viña del Mar e Cauquenes e sperimentando lavori diversi (cameriere, spazzino, vigilante notturno, commesso, bigliettaio) per sopravvivere. Rientra in Cile nel 1973, pochi giorni prima del golpe militare, e per la sua partecipazione alle manifestazioni di protesta che esplodono per le strade viene arrestato. Si trasferisce quindi in Messico e successivamente in Spagna, dove diventa ben presto uno degli scrittori in lingua spagnola più letti ed apprezzati.

Crescere è un mestiere triste, Santiago Roncagliolo, Rovereto, Keller, 2005
I racconti qui raccolti, ambientati fra Perù e Cile, propongono il ritratto di una generazione alle prese con i drammi intimi della crescita, nel delicato passaggio dall'infanzia all'adolescenza, dalla perdita dell'innocenza al disincanto del diventare adulti, tra iniziazioni a droga, sesso, discoteche, combinati ai drammi universali di un continente vittima di molte violenze e ingiustizie sul finire degli anni Ottanta.

Santiago Roncagliolo (Lima, 1975) giornalista e scrittore peruviano, è costretto a lasciare il paese con la famiglia per questioni politiche e a trasferirsi in Messico, dove trascorre i primi dieci anni della sua vita. Rientrato a Lima, vive tra le violenze della capitale peruviana all'epoca della guerra sucia e nel 2000 lascerà definitivamente il Perù per stabilirsi a Barcellona, dove vive ancora oggi.

Arrivederci piccole donne, Marcela Serrano, Milano, Feltrinelli, 2004
Nieves, Ada, Luz e Lola sono ormai donne adulte, vivono lontane l'una dall'altra, ma un filo invisibile continua a tenerle legate: un'infanzia che hanno condiviso insieme, trascorrendo le estati ospiti nella proprietà della ricca zia. Il loro idillio viene però bruscamente interrotto dal colpo di stato dell' 11 settembre del 1973, che spazza via la tranquillità e la spensieratezza ed allontana le quattro cugine. È solo in occasione del funerale di Pancha, vecchia domestica della casa, che si riuniranno, confrontandosi con una realtà che è ormai ben lontana da quella serena e felice della loro giovinezza.

Quel che c'è nel mio cuore, Marcela Serrano, Milano, Feltrinelli, 2002
A San Cristóbal de las Casas, Camila, reporter cilena trasferitasi negli Stati Uniti, incontra Reina Barcelona, una donna che ha fatto della sua vita una continua lotta per i diritti umani e che ha conosciuto, nelle prigioni di Pinochet, proprio la madre di Camila. Sullo sfondo delle lotte politiche, la storia di una donna che ritrova il proprio coraggio e la propria forza nel confronto con le proprie paure.

Marcela Serrano (Santiago, 1951) figlia di due scrittori, si appassiona a sua volta alla scrittura e pubblica il suo primo romanzo nel 1991. Costretta ad allontanarsi dal suo paese in seguito al golpe militare che instaura la dittatura in Cile, trascorre quattro anni in Italia, a Roma. Oggi è una delle voci più note del panorama narrativo cileno.

I giorni dell'arcobaleno, Antonio Skármeta, Torino, Einaudi, 2013
Nel 1988 il dittatore Pinochet indice un referendum in cui il popolo è chiamato a decidere le sorti del paese: un 'Sì' avrebbe prolungato il suo mandato di altri otto anni, un 'No' avrebbe posto fine alla dittatura. La scelta tuttavia non è facile: il rischio per chi si oppone è il rapimento, la tortura, la morte. La storia di due voci di questo 'No', quella di Nico Santos, che assiste impotente all'arresto del padre, e quella di Adrían Bettini, brillante pubblicitario che guiderà la campagna contro il regime.

Antonio Skármeta (Antofagasta, 1940) traduttore, professore e scrittore pluripremiato, è uno degli autori più noti della narrativa cilena, ed è anche vittima della dittatura che mise in ginocchio il paese: costretto all'esilio, si rifugia dapprima in Argentina, quindi in Europa, trasferendosi in Germania dove trascorre diversi anni fino alla nomina di ambasciatore del Cile. Rientrerà in Cile solo nel 1989.

Calle Bucarest 187, Santiago del Cile, Patricia Verdugo, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2005
La testimonianza di un dramma tanto personale quanto universale: da una parte la vicenda privata dell'autrice, che in quest'opera riversa il dolore della perdita del padre, il sindacalista Sergio Verdugo, rapito e ucciso dal regime di Pinochet, dall'altra la disperazione di un intero popolo che negli anni tra il 1973 e il 1990 ha vissuto il dramma della dittatura.

Patricia Verdugo (1947 - 2008) la sua produzione letteraria è il frutto di ricerche, raccolte di testimonianze, resoconti veritieri e schietti della crudeltà e dell'ingiustizia che regnò in Cile nell'epoca della dittatura, di cui denuncia crimini spesso taciuti: citiamo in particolare "Gli artigli del puma" (1985), "Golpe in diretta : l'ultima battaglia di Salvador Allende e la registrazione clandestina dei colloqui tra gli alti comandi militari" (1999) e "Salvador Allende : anatomia di un complotto organizzato dalla Cia " (2005).

Le armi di ieri, Max Marambio, Milano, Mondadori, 2010
Le ultime ore del governo di Allende prima del colpo di stato che metterà il Cile nelle mani dello spietato dittatore: uno sguardo interno (in qualità di responsabile della guardia personale del presidente) che ripercorre le vicende di quell'11 settembre e che rievoca la fine del sogno democratico del Cile, con la morte di Allende, e l'inizio dell'incubo della dittatura di Pinochet.

Max Marambio (1947) imprenditore e scrittore cileno, trascorre gli anni della sua giovinezza nella Cuba di Fidel Castro, dove apprende le tecniche di guerriglia. In Cile diventa responsabile della guardia personale del presidente Allende: sarà con lui il giorno del golpe militare. Costretto a rifugiarsi presso l'ambasciata cubana, trascorrerà vent'anni in esilio tra Cuba e l'Europa. Farà ritorno in Cile nel 1993.

Io e Pinochet, Marc Cooper, Milano, Feltrinelli traveller, 2002
Le annotazioni e le riflessioni di uno dei testimoni di quelli che si sono rivelati alcuni dei momenti cruciali della storia del Cile: dal giorno del golpe, l'11 settembre 1973, inizio ufficiale della dittatura di Pinochet, a quello della sua cattura, avvenuta nel Regno Unito venticinque anni dopo.

Marc Cooper (Los Anglese, 1950) di origini americane, intraprende studi di giornalismo all'università in California, dalla quale viene espulso a causa della sua militanza pacifista. Tra il 1970 e il 1973 affianca il presidente Salvador Allende lavorando come interprete e traduttore negli uffici del palazzo de la Moneda, che viene bombardato l'11 settembre. Il golpe militare lo costringe ad abbandonare il paese, ma lo trasforma in un reporter "radicale", vincitore di numerosi premi giornalistici.

Diario dal Cile 1973 - 2003, Paolo Hutter, Milano, Il saggiatore, 2004
Il giovane Paolo Hutter, militante di Lotta Continua, parte per il Cile, alla scoperta del movimento della Unidad popular di Salvador Allende. Quello che trova però è un Cile che sta vivendo i primi anni della dittatura. Il giovane viene arrestato e condotto dai carabineros nell'Estadio nacional di Santiago, un improvvisato campo di concentramento in cui sono detenuti gli oppositori al regime. Una cronaca di quei momenti, una testimonianza delle efferatezze del regime.

Paolo Hutter (Torino, 1952) giornalista italiano, inizia la sua carriera trasferendosi a Milano. Qui partecipa e collabora con il quotidiano Lotta Continua, per conto del quale si reca in Cile, dove subisce in prima persona la violenza del regime: è infatti trattenuto un mese nell'Estadio nacional della capitale cilena, arrestato dai militari. Le cronache e i diari di quei momenti, scritti su pacchetti di sigarette che riesce a nascondere alle perquisizioni dei militari, verranno pubblicate da Lotta Continua gli ultimi mesi del 1973.

I film della mia vita, Alberto Fuguet, Milano, Marcos y Marcos, 2004
Beltrán Soler, sismologo appassionato del suo lavoro, viene invitato ad insegnare all'Università di Tokyo. Nel tempo di un volo tra Santiago e Los Angeles, l'incontro con una donna affascinante che lo colpisce particolarmente diventa per lui occasione di intraprendere un altro viaggio, nel tempo: dall'infanzia in California all'adolescenza nel Cile di Pinochet, ripercorre la sua vita rievocando i ricordi ed associandoli ai film che gli sono rimasti nel cuore.

Alberto Fuguet (Santiago del Cile, 1964) nato in Cile ma cresciuto in California, affianca all'attività di scrittore quella di regista e sceneggiatore. In particolare è noto per essere l'autore dell'antologia "McOndo", da cui ha avuto origine l'omonimo movimento letterario che inaugura una letteratura basata su una nuova sensibilità: dalla Macondo utopica ed immaginaria di Gabriel García Márquez, alla società dei media, dei fast-food, delle metropoli e della pop culture.

L'autunno del generale: la storia infinita del caso Pinochet, Ariel Dorfman, Milano, M. Tropea, 2003
Il processo che ha visto, dopo molti anni di dittatura, Pinochet nelle vesti di imputato con l'accusa di tortura e genocidio, viene raccontato in queste pagine da Ariel Dorfman, che segue la vicenda: dall'arresto avvenuto il 16 ottobre del 1998 a Londra, all'estradizione in Spagna, fino al rientro dell'ex dittatore in Cile.

Ariel Dorfman (Buenos Aires, 1942) scrittore, giornalista e drammaturgo di origini argentine, prende la cittadinanza cilena nel 1967 ma è costretto dalla dittatura ad allontanarsi dal paese sei anni dopo. Tra il 1970 e il 1973 prende parte all'amministrazione del presidente Allende. Durante l'esilio Ariel si avvicina ad ambienti accademici di università come la Sorbona di Parigi o l'Università di Amsterdam dove si dedica soprattutto alla denuncia degli orrori della dittatura, che ritroviamo tra le pagine dei suoi romanzi, di alcuni saggi e articoli che scrisse in quegli anni.

La macelleria degli amanti, Gaetaño Bolán, Roma, Edizioni E/O, 2013
Un amore che sboccia nel clima di terrore del regime tra Juan, padre del piccolo Tom, un bambino cieco che non ha mai conosciuto sua madre, e la sua istitutrice, Dolores. I due hanno in comune uno spirito rivoluzionario e combattivo che li porta inevitabilmente a scontrarsi con le ingiustizie del Cile dittatoriale di Pinochet e che li unisce ancora di più.

Gaetaño Bolán (Arica, 1969) di padre cileno e madre francese, esordisce come scrittore con la pubblicazione del romanzo "La macelleria degli amanti", cui seguirà "Treize alligators". La storia del suo paese, in particolare l'incubo della dittatura, è presente come cornice per le storie di entrambi i suoi romanzi.

Modi di tornare a casa: romanzo, Alejandro Zambra, Milano, Mondadori, 2013
Il protagonista, uno scrittore alle prese con il proprio romanzo, si mette alla ricerca di Claudia, l'affascinante ed enigmatica ragazza che da bambino gli aveva rapito il cuore: a vent'anni dal loro primo incontro, i due si ritrovano e molti dubbi ed interrogativi del loro passato trovano finalmente delle risposte.

Alejandro Zambra (Santiago del Cile, 1975) scrittore e poeta, ha pubblicato romanzi e libri di poesia. Attualmente insegna all'Università Diego Portales e collabora con imporanti riviste ("Letras Libres" e "Babelia", supplemento di "El País").

I nostri anni verde oliva: una storia cubana, Roberto Ampuer, Roma, Fusi Orari, 2008
Spinto dall'amore per una donna e dall'entusiasmo politico della rivoluzione, un giovane cileno parte e lascia il Cile di Pinochet per trasferirsi a Cuba. Qui, tuttavia, vivrà una doppia delusione: l'amarezza per il fallimento dell'utopia rivoluzionaria e la fine della sua storia d'amore.

Roberto Ampuer (Valparaíso, 1953) giornalista e scrittore, è autore di una serie di romanzi polizieschi tradotti in tutto il mondo, nei quali fa la sua apparizione il detective Cayetano Brulé, personaggio inventato dall'autore e protagonista di tutte le opere della fortunata serie. "I nostri anni verde oliva" è un romanzo autobiografico nel quale Ampuer racconta gli anni trascorsi a Cuba.


A cura di Chiara Aiuola, maggio 2014

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