Scrivere sotto dittatura: il Brasile

Una selezione di libri di narrativa brasiliana

Il contesto
Il 1 aprile del 1964, a dieci anni dalla fine della dittatura di Getúlio Vargas, che nel 1937 aveva proclamato l'Estado Novo di ispirazione fascista, durato fino al 1945, un altro colpo di stato allontana il Brasile dalla democrazia inaugurando un ventennio di dittatura militare che avrà termine solo nel 1985.

Nel 1965 il generale Castelo Branco sale alla presidenza della repubblica e con lui ha inizio un periodo di repressione e di privazione dei diritti politici e civili motivato da uno spirito marcatamente anticomunista. Il nuovo regime punta al risanamento economico e parallelamente si preoccupa di consolidare il proprio potere, formalizzato per mezzo di due nuove Costituzioni, dello scioglimento di tutti i partiti politici (ad eccezione di due, il Movimento Democrático Brasileiro – MDB - e l'Aliança Revolucionária Nacional – ARENA -) e dell'emanazione di una serie di atti istituzionali.

Tra questi l'AI5 (Ato Istitucional n°5) del 1968, che diede all'allora presidente in carica, il generale Artur da Costa e Silva, poteri straordinari e che di fatto aprì le porte al periodo più repressivo e retrogrado della dittatura: carceri traboccanti di detenuti, centinaia di persone scomparse, stragi, torture ormai considerate metodo di Governo, repressione culturale tramite censura ed esilio di molti intellettuali.

Il decreto legge 1077 del 1970 istituì la censura: la stampa e l'editoria vennero messe a tacere, molti scrittori ed artisti lasciarono il paese (Jorge Amado, Augusto Boal, Sergio Kokis), altrettanti vennero oscurati (Heloneida Studart) e solo pochi continuarono a scrivere (Rubem Fonseca, João Antônio).

La libertà di espressione verrà ripristinata e sancita solo con la Costituzione del 1988.

Tra le voci principali della produzione letteraria del periodo si citano in particolare Rubem Fonseca, Dalton Trevisan, João Antônio, Nélida Piñon, e ancora Jorge Amado, Carlos Drummond de Andrade, Clarice Lispector, Ignácio di Loyola Brandão.

Quando la letteratura non è apertamente di denuncia del regime, trova il modo di aggirare la censura: si privilegia una scrittura intimistica, focalizzata sugli aspetti del quotidiano, spesso dal tono metaforico ed allegorico, solo apparentemente lontana dalle vicende politiche del Brasile. Ad esempio, si sviluppa una narrativa che rifiuta l'egemonia realista e si propone invece come ricerca di nuove forme espressive, attraverso un linguaggio creativo e con una nuova introspezione simbolica, fino a raggiungere, in certi casi, lo sperimentalismo puro. Tra le principali penne di questa nuova corrente citiamo Clarice Lispector, Nélida Piñon e João Guimarães Rosa, autore della monumentale opera Grande Sertão: Veredas, degli anni Cinquanta, uno dei capolavori della letteratura brasiliana che coniuga le atmosfere magiche del Sertão con le più ardite innovazioni linguistiche.

Un'altra scrittura degna di nota è quella di Antonio Olinto e delle voci principali della letteratura di fantascienza – ficção científica – (ricordiamo in particolare Raquel de Queirós, Domingos de Carvalho da Silva, Lygia Fagundes Telles) che pur attingendo dal presente e dalla dimensione sociale propongono atmosfere irreali, magiche e lontane dal Brasile della dittatura.

Altre forme di denuncia sociale si sono espresse in ambito cinematografico, con il movimento del Cinema Nôvo che nasce negli anni Cinquanta, musicale, con i protagonistidella Musica Popolare Brasiliana, MPB (Chico Buarque, Gilberto Gil e Caetano Veloso).

Fonti:

  • Brasile: dittatura e resistenza, Joao Quartim, Milano, Mazzotta, 1972

  • Brasile, società e potere, Stefano Rolando, Firenze, La Nuova Italia, 1970

  • Il Brasile : una grande terra tra progresso e tradizione, 1808-1990, Angelo Trento, Firenze, Giunti, 1992

  • La storia del Brasile : 1500-2000, Paolo Lingua, Genova, ECIG, 2000

  • Storia del Brasile, Boris Fausto ; traduzione di Guia Boni ; prefazione di Massimo Livi Bacci, Cagliari, Fabula, 2010

  • Storia della letteratura brasiliana, Luciana Stegagno Picchio, Torino, Einaudi, 1997

  • Letteratura brasiliana, Antonio Olinto, Milano, Jaca book, 1993

  • Ditatura militar no Brasil

  • Memórias Reveladas

La biblioteca Amilcar Cabral propone una selezione di romanzi brasiliani di autori attivi nel periodo della dittatura militare.
Tutti i titoli citati sono disponibili in biblioteca.

I sotterranei della libertà – Jorge Amado, Torino, Einaudi
La trilogia I sotterranei della libertà si compone di tre opere dal contenuto eminentemente politico (Tempi difficili, Agonia della notte, La luce in fondo al tunnel), nelle cui pagine Amado ritrae un Brasile piegato dalla ferocia della dittatura instaurata negli anni Trenta da Getúlio Vargas, e in cui dipinge un affresco della società attraverso personaggi tra loro diversissimi, ma accomunati da un destino comune, quello della violenza e della repressione dittatoriale.

Jorge Amado (Itabuna, 10 agosto 1912 – Salvador de Bahia, 6 agosto 2001), scrittore e militante politico, fu costretto a lasciare il paese nel 1941, durante la dittatura di Getúlio Vargas. Solo al suo rientro in Brasile, nel 1955, si allontanerà dalla militanza politica per dedicarsi esclusivamente alla carriera letteraria. I suoi romanzi sono spesso impregnati dello spirito di denuncia sociale che caratterizzò sempre l'animo dello scrittore, dall'analisi del mondo dei lavoratori delle piantagioni, a quella della condizione del sottoproletariato urbano fino alla drammatica situazione del paese all'epoca della dittatura.

Anarchici, grazie a dio - Zelia Gattai, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 2002
Un viaggio tra i ricordi dell'autrice, un racconto in cui la storia di una famiglia di italiani emigrati in Brasile alla fine del 1800 si intreccia con le vicende e gli eventi storici e politici del Brasile di quegli anni.

Zelia Gattai (San Paolo 1916, Salvador 2008) figlia di emigrati italiani, moglie dello scrittore Jorge Amado, la sua vita e la sua carriera sono intrise di amore per la giustizia e spirito combattivo: suo padre, vittima della violenza della dittatura di Getúlio, le ispira l'ardore e la passione dell'impegno politico. Saranno proprio la storia della sua famiglia e la lotta alle ingiustizie che conduce fianco a fianco con il marito i protagonisti dei suoi romanzi.


Sergente Getúlio - João Ubaldo Ribeiro, Roma, Cavallo di Ferro, 2007
Incaricato di arrestare e trasferire un prigioniero politico, il sergente Getúlio Santos Bezzera riceve successivamente il contrordine di lasciare libero il detenuto, dal momento che è stato trovato un accordo. Questo romanzo nasce proprio a partire dal rifiuto di obbedire a questo contrordine, e si sviluppa come una dimostrazione della caparbietà e della fermezza di uno degli eroi più negativi della storia del Brasile.

João Ubaldo Ribeiro (Itaparica, 1941) compie studi di economia e giurisprudenza all'università e inizia a lavorare come giornalista e insegnante di scienze politiche, per poi dedicarsi alla scrittura. Sarà la pubblicazione del suo romanzo Sargento Getúlio a procurargli notorietà presso i lettori nazionali ed internazionali, ma il suo nome è legato in particolare all'opera Viva o povo brasileiro che ripercorre oltre tre secoli di storia del Brasile narrando le vicende del popolo del Recôncavo baiano.

I giorni dell'oppressione: memorie 1900-1945 – Gregòrio Bezerra, Milano, Jaca Book, 1981
Il libro racconta la storia di una lotta, quella di un sem terra, Gregòrio Bezerra, comunista, fervido difensore dei diritti dell'uomo, sullo sfondo di un Brasile vittima delle più brutali violenze e soprusi perpetrati nel secolo scorso. Catturato, torturato, imprigionato ed esiliato, Bezerra continua a condurre coraggiosamente la sua lotta con la stessa passione e la stessa caparbietà dimostrate fin dalla giovinezza.

Gregòrio Bezerra (Panelas, 1900 — São Paulo, 1983) figlio di poverissimi contadini analfabeti e analfabeta lui stesso fino a 25 anni, cresce tra le fatiche del lavoro nei campi fino al suo arrivo a Recife, dove hanno inizio le sue battaglie: dalle prime dimostrazioni operaie, all'iscrizione al Partito Comunista Brasiliano, fino alle sommosse del 1935. Nonostante le numerose catture, le torture subite e i rapimenti, non rinuncerà mai alla sua lotta, che diventerà anzi grande protagonista della sua autobiografia, I giorni dell'oppressione, con cui ripercorre gli avvenimenti più significativi del Brasile nella prima metà del secolo scorso.

Agosto – Rubem Fonseca, Milano, Il saggiatore, 1998
Il commissario Alberto Mattos è alle prese con un caso di omicidio: nella notte del primo agosto del 1954, un uomo d'affari è stato brutalmente assassinato e viene ritrovato morto nel suo lussuoso appartamento a Rio de Janeiro. Le indagini del commissario porteranno a galla connessioni inquietanti ed emergerà presto il nome del dittatore Getúlio Vargas.

Rubem Fonseca (Juiz de Fora, 1925) ex commissario, è ritenuto uno dei maestri del noir brasiliano: nei suoi romanzi racconta un'umanità violenta e degradata, intrecciando realtà e finzione con uno stile crudo e diretto. E' stato sospettato di connivenza con il regime, anche se la sua colpevolezza non è stata dimostrata.

Ragazze – Lygia Fagundes Telles, Roma, Cavallo di Ferro, 2006
La storia di tre amiche, Ana Clara, Lorena e Lia, giovani studentesse dell'università di San Paolo durante il periodo della dittatura militare degli anni Settanta. Le ragazze vivono in un pensionato di suore, lontane dalla violenza della città e al riparo dai pericoli della repressione, ma non dalle sofferenze legate all'amore, o dall'esperienza della droga e del sesso, né da tutte quelle emozioni sconvolgenti che le ragazze sperimenteranno tra le mura del sicuro pensionato.

Lygia Fagundes Telles (San Paolo, 1923) vincitrice del premio Camões alla carriera, uno dei più importanti riconoscimenti di letteratura di lingua portoghese, è nota come una delle maggiori voci femminili nel panorama letterario brasiliano, insieme a Nelida Piñon e Rachel de Quiroz. Scrittrice di romanzi e racconti in cui a essere protagonisti sono quasi sempre personaggi femminili alle prese con le convenzioni, gli obblighi e i doveri della società moderna.

Lupi – Rubem Mauro Machado, Cagliari, Fabula, 2008
La terribile esperienza della dittatura raccontata attraverso le voci dei due protagonisti: un militare di estrema destra che si trasforma in un torturatore e che incarna la violenza del regime, e un giornalista, in preda ad una crisi esistenziale, che decide di trascrivere le vicende e i drammi del paese nel proprio romanzo, dando voce ad un paese ormai costretto al silenzio.

Rubem Mauro Machado (Maceio, 1941) giornalista, traduttore e scrittore brasiliano. La sua carriera di giornalista inizia a Porto Alerge e, in seguito al suo trasferimento a Rio de Janeiro, diventerà redattore di importanti giornali brasiliani. Pubblica inoltre diversi romanzi, tra cui A idade de paixao grazie il quale sarà vincitore del prestigioso premio Jabuti.


Francobollo d'addio: il sigillo degli addii – Heloneida Studart, Milano, Marcos y Marcos , 2009
Due storie parallele, due destini accomunati da una triste condizione, quella dell'essere donna in una società che ancora presenta tracce di tradizioni severe e bigotte e di doveri assurdi riservati alle donne. Mariana si ritrova tra le mani i diari della zia, per anni tenuti nascosti, intime memorie di una donna che in quelle pagine ha riversato tutta la sua tristezza e la sua solitudine.

Heloneida Studart (Fortaleza, 1932 - Rio de Janeiro, 2007) alla carriera di scrittrice affianca quella di giornalista ed attivista politica. Impegnata contro ogni forma di discriminazione ed in particolare nella difesa dei diritti delle donne, subì il carcere negli anni della dittatura militare e i suoi scritti vennero oscurati dalla censura.


Latte versato
– Chico Buarque de Hollanda, Milano, Feltrinelli, 2010
Eulálio d'Assumpção sta per morire e steso nel suo letto d'ospedale racconta all'infermiera e a sua figlia l'epopea della sua vita, ripercorrendo la storia di una famiglia, ma soprattutto ridisegnando la storia di un intero paese, il Brasile, dall'epoca del commercio degli schiavi alle più recenti vicende della dittatura di Vargas negli anni Trenta.

Chico Buarque de Hollanda (Rio de Janeiro, 1944) noto come uno dei più grandi cantautori brasiliani, si appassiona anche alla scrittura ed esordisce come scrittore con la pubblicazione nel 1992 del suo primo romanzo, Disturbo, vincitore in Brasile del prestigioso premio Jabuti. Impegnato politicamente contro la dittatura militare, fu arrestato nel 1968; nel 1969 sceglie l'auto-esilio in Italia e torna in Brasile nel 1970.

Ricordi di un certo Oriente – Milton Hatoum, Garzanti, 1992
In occasione del funerale della matriarca Emilie, una famiglia di immigrati libanesi si riunisce a Manaus: i figli di Emilie ne rievocano la vita e ripercorrono le vicende dell'intera famiglia, dando vita ad un racconto polifonico fatto di ricordi, segreti e dolori mai dimenticati.

Milton Hatoum ((Manaus, 1952) di origine libanese, è scrittore, traduttore e docente universitario. Nei suoi romanzi si propone di coniugare la sua storia personale alla storia della sua famiglia e del suo paese, prendendo anche posizioni politiche, particolarmente marcate nei romanzi Dois Irmãos (2000) e Cinzas do Norte (2005), in cui critica il regime militare brasiliano.

A cura di Chiara Aiuola, aprile 2014

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