Israele-Palestina

Argomento: Palestina, israele

 

Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti iniziano nel 1948, quando nasce lo stato ebraico. I palestinesi rigettano il piano di spartizione delle nazioni Unite (due stati per due popoli) e una coalizione di stati arabi, tra i quali Iraq, Giordania, Siria ed Egitto attacca Israele che riesce a difendersi e a ricacciare indietro le truppe avversarie. I territori che per le Nazioni Unite spettano alla Palestina sono la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza. Le prime due vengono amministrate dalla Giordania e la terza dall’Egitto. Nel 1956 Israele, sfruttando la crisi di Suez, attacca l’Egitto ma viene fermato dalla comunità internazionale. Nel 1964 nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che punta a dare una rappresentanza ai palestinesi, slegandoli dalla dipendenza dai paesi arabi. Poco dopo ne diventa capo Yasser Arafat che la guiderà fino alla morte. Nel 1967 scoppia la guerra dei Sei Giorni con la quale Israele occupa la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est.

Al termine della guerra Israele si ritrova ad occupare la totalità della Palestina, le alture siriane del Golan e il Sinai egiziano, portando a compimento il processo di appropriazione delle terre che il piano di suddivisione dell'Onu del 1947 aveva destinato a uno stato arabo palestinese: la striscia di Gaza e la Cisgiordania. Per quanto riguarda Gerusalemme, sono ampliati i confini municipali occupati ed si dichiara che su tale territorio vige la legge, la giurisdizione e l'amministrazione dello stato israeliano. Una risoluzione Onu richiede il ritiro da tutti i territori occupati, ma Israele rifiuta di obbedire. Nel 1977 Menahem Begin viene eletto primo ministro: egli respinge qualsiasi negoziazione con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) e manifesta l'intenzione di annettere la Cisgiordania. In base agli accordi di Camp David del 1979 Israele restituirà il Sinai all'Egitto. Nel 1982 Israele lancia l'operazione militare "Pace per la Galilea", che si concretizza nell'invasione del Libano e nella completa distruzione di Beirut, sostenendo che si tratta di manovre per fermare l'infiltrazione di guerriglieri palestinesi.

Nel 1987 si radicalizza la rivolta nei territori occupati ed inizia la prima Intifada. I primi accordi di Oslo, avvenuti nel 1993 fra il primo ministro israeliano Rabin e il presidente palestinese Arafat, definiscono i termini generali di un'autonomia, in attesa di uno statuto definitivo. Negli anni successivi proseguiranno i negoziati che proseguiranno a fasi alterne fino ad essere chiusi definitivamente con la vittoria della destra israeliana alle elezioni del 2001. Nel settembre del 2002 inizia una seconda Intifada, come risposta dei palestinesi alla chiusura di qualsiasi prospettiva politica, mentre in ottobre iniziano i lavori di costruzione di un muro di divisione tra Israele e i territori abiatai dal palestinesi per prevenire le infiltrazioni di kamikaze. Una volta completata la barriera difensiva dal nord della Giordania a Gerusalemme, si stima che Israele si sarà annesso un 7% della Cisgiordania stessa, percentuale che potrebbe giungere al 10% nel caso il muro dovesse spingersi fino a Hebron.

Negli ultimi mesi del 2003 l'iniziativa di Ginevra promossa da un gruppo di personalità israeliane e palestinesi, che propone una soluzione del conflitto in Medio Oriente, viene respinta da Sharon.

Nel novembre 2004 muore Arafat, presidente dell’Olp. La guida provvisoria dell'Anp viene assunta da Rawhi Fattuh, finora presidente del Consiglio legislativo palestinese. L'ex premier Abu Mazen (Mahmoud Abbas) prende il posto di Arafat come presidente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina mentre a capo di Al Fatah, la principale fazione interna all'Olp, è nominato Faruq Kaddumi, l'unico dirigente palestinese che si era rifiutato di rientrare nei Territori dopo gli accordi di Oslo.

Tra agosto e settembre del 2005 avviene il ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza, deciso e fatto approvare da Sharon, dove vivono circa 8.500 israeliani, raggruppati in 21 insediamenti, in mezzo a una popolazione palestinese di circa 1.300.000 abitanti.

Nel gennaio 2006 Sharon esce dalla scena politica in seguito ad un ictus e, alle elezioni del marzo successivo, viene sostituito da Ehud Olmert.

Sempre in gennaio avvengono le elezioni per il nuovo Consiglio legislativo Palestinese con la vittoria di Hamas.

In giugno un commando di Hamas assale una postazione israeliana nei pressi di Gaza, uccidendo due soldati israeliani e prendendo un ostaggio, a seguito di uno stillicidio di razzi israeliani: Olmert contrattacca con bombardamenti aerei su Gaza poi con l’offensiva di truppe di terra. In luglio gli Hezbollah libanesi attaccano un convoglio militare israeliano di pattuglia sulla frontiera: Olmert scatena una guerra contro gli Hezbollah contro l’intero Libano, che si concluderà in agosto, con la creazione di una Forza di pace multinazionale.

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