Frantz Fanon. Una bibliografia commentata

Una selezione di testi di Fanon e sulla sua opera disponibili in biblioteca

Biografia di Frantz Fanon

Frantz Fanon nasce il 20 luglio 1925 in Martinica, una colonia francese, da una famiglia borghese. Prende parte, giovanissimo, alla Seconda Guerra Mondiale, combattendo prima con la resistenza britannica, poi con quella francese. Finita la guerra si iscrive a Lione alla facoltà di medicina, dove si laurea nel 1951. Comincia a lavorare come psichiatra a Saint-Alban, al fianco del celebre psicanalista catalano Francisco Tosquelles e viene trasferito in Algeria, nell’ospedale psichiatrico di Blida. Qui entra in contatto con la sofferenza psichica dei colonizzati, con il carattere costitutivamente oppressivo del contesto coloniale. Dopo tre anni di servizio nell’ospedale di Blida Fanon si dimette, affermando di non riuscire a conciliare il ruolo di medico con la posizione che è costretto a mantenere, quella di dipendente dell'amministrazione coloniale. Nel 1956 prende parte attivamente alla lotta anticolonialista ed entra nel Fronte di Liberazione Nazionale. Si trasferisce poi a Tunisi, dove entra nella  redazione dell’organo di stampa del FLN, El Moudjahid, e viene eletto ambasciatore del “Governo Provvisorio della Repubblica Algerina” in Ghana. 
Riesce a sfuggire a diversi attentati ma muore di leucemia a 36 anni a Washington, il 6 dicembre 1961. Viene sepolto a Tunisi pochi mesi prima della proclamazione dell’indipendenza algerina.  

Il pensiero di Frantz Fanon

Fanon studia “la situazione coloniale” mettendo in luce i meccanismi di oppressione culturale attraverso cui si definiscono i ruoli all’interno della colonia. Nel suo pensiero è centrale il rapporto tra la percezione che il colonizzato ha di se stesso e l’immagine che gli viene cucita addosso (mai quella di un soggetto, di un essere determinato, ma costantemente dipendente e spersonalizzato). Il colonizzato descritto da Fanon è innanzitutto alienato, poiché il risultato immediato dell’apparato sociale e politico del colonialismo è l’alienazione del nativo, il suo annientamento culturale. Fanon riconosce la radice dell’alienazione nella dualità della psicologia dell’oppresso: il suo intimo desiderio è quello di assomigliare all’oppressore, diventare il dominatore, «Non voglio essere riconosciuto come nero, bensì come bianco» (Fanon, Pelle nera, Maschere bianche). È parte integrante del processo di colonizzazione la produzione di un rapporto ambivalente, di repulsione e attrazione, che il subalterno intrattiene con chi lo opprime e che, allo stesso tempo, lo rende incapace di comprendere le dinamiche di dominazione nelle quali è intrappolato. In questo modo, l’aggressività “coltivata nei corpi dei colonizzati” è riversata in modo orizzontale contro i propri compagni di esclusione, e non è ancora trasformata in azione critica, in aggressività verticale. Il nativo è così vittima di una vera e propria scissione psichica: il modo in cui si relaziona con l’Altro riproduce la sua posizione di subalternità e, allo stesso tempo, inventando un altro Sé, diventa estraneo a se stesso. È qui che sta la base della disumanizzazione posta dal colonialismo: l’oppresso introietta il ruolo di subalterno e di figura perfettamente speculare all’oppressore e, di conseguenza, non può che accettare la struttura “naturalmente” gerarchica del mondo coloniale: «Quando si scorge nella sua immediatezza il contesto coloniale, è evidente che ciò che divide il mondo è anzitutto il fatto  di appartenere a una data specie, una data razza» (Fanon, I dannati della terra). L’alienazione, secondo Fanon, è il risultato di un riconoscimento negato. 
Il pensiero di Fanon si potrebbe strutturare come progetto per la costruzione di una nuova umanità, e uno dei propositi che emerge come parte integrante di questa operazione è la sistematica decolonizzazione della conoscenza. Fanon è stato, seppur indirettamente, uno dei più importanti intellettuali ad aver posto le basi per la decolonizzazione del sapere, quella che più avanti costituirà l’obiettivo principale dei Postcolonial studies. Lo psichiatra martinicano invoca l’apparizione, la partecipazione attiva di coloro che sono sempre stati relegati ai margini di quella che viene comunemente definita “storia”. Nel momento in cui i “dannati” rifiutano il presente per come è raccontato dai dominatori e si riappropriano di se stessi danno vita ad un nuovo tempo, nel quale, secondo le aspettative di Fanon, emerge un uomo nuovo. È un processo di distruzione assoluta del vecchio mondo, inteso anche in senso prettamente pratico: il colonizzato deve fisicamente annientare il colonizzatore. Riprendendo la dialettica hegeliana di servo/padrone Fanon intesse una propria teoria della violenza, di lotta tra corpi e di emancipazione: da questo punto di vista le sue riflessioni potrebbero essere riassunte come una critica decoloniale della ragione europea, una negazione della retorica razionale. La violenza assoluta «esplosa nei corpi» dei colonizzati testimonia le conseguenze dell’imposizione della spietata ragione occidentale. 

Opere di Frantz Fanon (in ordine di pubblicazione) 

Pelle nera, maschere bianche, Fanon Frantz, 2015, Pisa, Edizioni ETS, (ed. or. Peau noire, masques blancs, Paris, Éditions du Seuil, 1952). 
Prima opera scritta da Frantz Fanon, all’epoca ventiseienne. È centrale il tema del riconoscimento, la necessità di non rimanere schiacciati sotto il peso di un universo culturale preesistente: l’indigeno si muove in un mondo nel quale la sua sola appartenenza alla “classe” dei colonizzati lo qualifica come essere inferiore, la sua subordinazione all’uomo bianco è rappresentata come una dinamica “naturale” e inevitabile. Una descrizione dei meccanismi di dominio politico e psicologico riservati al “Nero” e dell’eredità dell’impianto ideologico coloniale. Attraverso la descrizione delle ambivalenze e dell’alienazione vissuta dal colonizzato viene rappresentata la nevrosi collettiva generata dalla riproduzione costante di un sapere gerarchico e razializzante. 

Scritti politici - volume II. L’anno V della Rivoluzione algerina, Fanon Frantz, 2007, Roma, Derive e approdi, (ed. or. L’an V de la révolution algérienne, Paris, Maspero, 1959).
Secondo volume che completa la raccolta di scritti politici di Fanon. Al tempo della loro pubblicazione sono etichettate come riflessioni “poco scientifiche”, ma oggi rappresentano la testimonianza di un intellettuale militante, impegnato nella costruzione di una nuova società. È il percorso di Fanon da psichiatra ad ambasciatore della nascente Repubblica algerina.

I dannati della terra, Fanon Frantz, 2007, Torino, Einaudi, (ed. or. Les damnés de la terre, Paris, F. Maspero, 1961).
Le prospettive politiche alla base delle lotte di liberazione del mondo coloniale e le caratteristiche del sistema coloniale, inteso come universo culturale imposto, come un modello strategico messo in atto per rendere gli uomini degli oggetti, dei non-uomini. Fanon è testimone del fallimento e delle contraddizioni di quegli ideali universalistici e illuministi tipici del pensiero francese del suo tempo. Ne risulta un’analisi critica di varie branche della narrazione europea, dal romanzo di avventura ai resoconti psichiatrici: un’operazione di dislocamento epistemico che avrebbe avuto molto successo decenni più tardi, grazie alle ricerche portate avanti dai Postcolonial Studies. 

Scritti politici - volume I. Per la rivoluzione africana, Fanon Frantz, 2006, Roma, Derive e approdi, (ed or. Pour la révolution africaine: écrits politiques, Paris, Maspero, 1964).
Raccolta di interventi pubblici e articoli pubblicati su “El Moudjahid”, l’organo di stampa del Fronte di liberazione nazionale, che testimoniano il contributo di Fanon come intellettuale militante nella lotta per l’indipendenza algerina. Lo stile e il contenuto dei piccoli saggi resta impossibile da classificare all’interno di confini precisi. Le riflessioni di Fanon vanno dall’analisi dei saperi medici, legati alle pretese di dominio coloniale, alle esitazioni della sinistra francese degli anni Cinquanta; dai nodi essenziali della négritude alle atrocità della tortura. Questi scritti politici sono innanzitutto il tentativo di costruire una teoria della lotta anticoloniale che non trascuri i problemi reali della società algerina. 

Decolonizzare la follia : scritti sulla psichiatria coloniale, Fanon Frantz, saggio introduttivo e cura di Beneduce Roberto, 2020, Verona, Ombre corte.
La psichiatria è invitata ad indagare i conflitti e la malattia di chi vive all’interno del contesto coloniale, un mondo di costante oppressione e arbitrio. Emergono temi centrali della condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell’indipendenza, lo spettro del razzismo (centrale per la formazione dello Stato moderno), la costruzione della soggettività africana. È un’analisi critica del sapere occidentale che ne rivela i limiti e i paradossi. 

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Lavori su Frantz Fanon (in ordine alfabetico per autore)

Un mondo a scomparti: l’attualità del pensiero di Frantz Fanon, tesi di laurea in Antropologia sociale, Baricco Samuele, a.a. 200o/2021, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna.
La genesi filosofica delle riflessioni di Fanon introduce l’evoluzione contemporanea del suo pensiero e l’eredità della sua visione politica. 

Translating Frantz Fanon Across Continents and Languages, Batchelor Kathryn, Harding Sue-Ann, 2017, New York, Routledge.
La storia della traduzione de I Dannati della terra in dodici lingue diverse e il modo in cui quest’opera è stata recepita in giro per il mondo. 

Decolonizzare la follia: scritti sulla psichiatria coloniale, Frantz Fanon, a cura di Beneduce Roberto, 2020, Verona, Ombre Corte.
Raccolta di scritti che compongono un’etnologia critica dell'Occidente. L’analisi sistematica delle teorie psichiatriche dell’epoca della decolonizzazione. Emergono i limiti di una psicoanalisi costretta a confrontarsi con il contesto oppressivo del mondo coloniale. 

Un pensiero dannato: Frantz Fanon e la politica del riconoscimento, Carofalo Viola, 2013, Milano, Mimesis.L’eredità del pensiero di Fanon e la sua attualità. Un’analisi del “metodo fanoniano” di comprensione e di trasformazione del presente. 

Fanon, Caute David, 1970, Londra, Fontana/Collins.
Biografia di Fanon, ne ricostruisce il pensiero. Un manifesto della liberazione del terzo mondo dalla dominazione occidentale.

Frantz Fanon, portrait, Cherki Alice, 2000, Parigi, Seuil.
Resoconto di una collega psichiatra di Fanon, poi sua compagna militante nella lotta all’occupazione francese. Emerge l’operato di terapeuta nell’ospedale di Blida e l’attivismo politico di Fanon.

Frantz Fanon, Ciriez Frédéric, Romain Lamy, 2020, Parigi, La Decouverte.
Graphic novel che racconta l’incontro tra Fanon e Sartre nel 1961, a Roma. Ne emerge un confronto tra due mondi diversi ma alleati, due forme di impegno politico che convergono nella stesura de “I dannati della terra” (di cui Sartre ha scritto la prefazione).

Fanon tra esistenzialismo e rivoluzione, Clemente Pietro, 1971, Bari, Laterza.
Analisi del  pensiero di Fanon con particolare attenzione all’influenza che Sartre ebbe sulle sue riflessioni. 

Fanon, Geismar Peter, 1971, New York, Grove Press.
Biografia di Fanon che ne ricostruisce la figura storica anche grazie a testimonianze di amici (Simone de Beauvoir tra tutti) e articoli di giornale.

Frantz Fanon : philosopher of the barricades, Hudis Peter, 2015, Londra, Pluto press.
Biografia critica di Fanon che analizza l’attualità delle sue riflessioni e approfondisce i temi di razzismo e alienazione.

Soggettivazioni antagoniste, Luce Sandro, 2018,  Milano, Meltemi.
I concetti chiave del pensiero di Frantz Fanon. Le convergenze tra le sue riflessioni e le successive teorie avanzate dai Postcolonial Studies.

Frantz Fanon: une vie, Macey David, (traduzione in francese di Christophe Jaquet e Marc Saint-Upéry), 2013, Parigi, La Decouverte.
Biografia dettagliata di Fanon che cerca di spogliare il personaggio rivoluzionario dal carattere mitologico cucitogli addosso negli ultimi anni. Attraverso l’analisi delle sue idee, talvolta contraddittorie, emerge l’eredità del pensiero di Fanon. 

Sous la dictée de Fanon, Manuellan Marie-Jeanne, Seonnet Michel, 2017, Coarazza, L' Amourier.
Racconto in prima persona di un’amica e collaboratrice di Fanon. Gli entusiasmi e le disillusioni di chi lottava contro il colonialismo francese per l’indipendenza dell’Algeria. 

Politiques de l'inimitie, Mbembe Achille, 2016, Parigi,  Editions La Découvert.
Saggio di filosofia che, prendendo spunto dall’eredità di Fanon, definisce il concetto di “rapporto di inamicizia”, dinamica onnipresente nelle società contemporanee

Black soul white artifact: Fanon’s clinical psychology and social theory, McCulloch Jock, 2007, Cambridge, Cambridge university press.
La teoria politica di Fanon e un resoconto storico sui numerosi movimenti rivoluzionari del terzo mondo.

Fanon postcoloniale: i dannati della terra oggi, a cura di Mellino Miguel, 2013, Verona, Ombre corte.
Diversi studiosi dell’opera di Fanon ne propongono una reinterpretazione e riflettono sulla sua attualità alla luce delle più interessanti correnti di pensiero emerse negli ultimi anni. 

Alger, capitale de la révolution: de Fanon aux Black Panthers, Mokhtefi Elaine, 2019, Alger, Barzakh, (ed. or. Algiers, Third World Capital: Freedom Fighters, Revolutionaries, Black Panthers, 2018, New York, Verso Books).
Attraverso la vita di Elaine Mokhtefi, attivista per i diritti degli afroamericani e per la liberazione dell’Algeria, emerge la storia dei movimenti politici protagonisti del fervore rivoluzionario degli anni sessanta.

Holy violence : the revolutionary thought of Frantz Fanon : an intellectual biography, Penninbam B. Marie, 1982, Washington, Three continents press.
Intreccia la biografia di Fanon alle sue riflessioni filosofiche. Particolare attenzione è posta sulla genesi e sulle conseguenze della sua teoria della violenza.

Voci e silenzi postcoloniali: Frantz Fanon, Assia Djebar e noi, Siebert Renate, 2012, Roma, Carocci.
Una relazione tra i lavori di Frantz Fanon e quelli di Assia Djebar, scrittrice e cineasta, mette in luce le questioni cruciali che hanno caratterizzato le lotte per le indipendenze nazionali in Africa e, in particolare, in Algeria.

Il pensiero di Frantz Fanon e la teoria dei rapporti tra colonialismo e alienazione, Zahar Renate, 1970, Milano Feltrinelli, (ed. or. Kolonialismus und Entfremdung Zur politischen Theorie Frantz Fanons, Zahar Renate, 1969, Frankfurt, Europäische Verlagsanstalt).
La genesi tematica del pensiero di Fanon ne ricostruisce la teoria politica. Un’analisi psicologica e sociologica dell’alienazione dei colonizzati.

Voices of liberation, Frantz Fanon, a cura di Zeilig Leo e Fanon Mireille, 2016, Chicago, Haymarket Books.
Una selezione di scritti di Fanon che tenta di ricostruirne il pensiero critico. Include la sua biografia, la descrizione storica del periodo nel quale è vissuto e alcuni interventi di rivoluzionari che hanno combattuto al suo fianco. La prefazione è scritta da Mireille Fanon, sua figlia. 

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A cura di Samuele Baricco

Aggiornato a ottobre 2021

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